Sit-in a Udine Infermieri, protesta e “svenimenti”

UDINE. C’è chi è costretto ai doppi turni e fa fino a 16 ore di lavoro pur di garantire l’assistenza ai pazienti, chi salta la pausa pranzo, chi rientra dalle vacanze per sostituire il collega malato, chi copre le mansioni degli operatori socio sanitari. Per denunciare la difficilissima situazione in cui sono costretti a lavorare nelle strutture ospedaliere della provincia, ieri gli infermieri si sono dati appuntamento davanti all’ospedale di Udine e sono “svenuti” lanciando in aria il certificato di (cattiva) salute.

Il flash mob. Non si è trattato di un’epidemia collettiva, ma del primo esempio di flash mob del genere in regione, una protesta a forte impatto emotivo organizzata dal Nursind. Dalle 7 alle 14, un folto gruppo di infermieri si è lasciato cadere alle fermate degli autobus della città fra lo stupore della folla, denunciando il malessere che sta spremendo le capacità di resistenza degli infermieri, una categoria ormai a rischio collasso. E così hanno smesso i camici bianchi per vestire le bandiere del sindacato e inabissarsi dietro ai cartelloni di protesta con un sit in inscenato dinanzi ai presidi ospedalieri della provincia nei quali gli “infermieri esausti” hanno chiesto scusa ai pazienti, penalizzati da disservizi e carenze.

La manifestazione. Lo hanno fatto loro, pur essendo vittime essi stessi di un sistema che, hanno fatto notare, sta mandando in corto circuito l’assistenza sanitaria. Non hanno optato per uno sciopero, ma hanno approfittato del riposo per manifestare, anche smontando dal turno di notte, e unirsi al presidio. Hanno incassato l’affetto e la solidarietà di tante persone che hanno condiviso il loro disagio.

I numeri. Non basta la buona volontà e nemmeno il volontariato a coprire la mancanza di personale, circa 200 gli infermieri che mancano all’appello nei presidi ospedalieri della provincia di Udine, almeno 600 a livello regionale. Come non bastasse, la manovra correttiva di luglio ha dato un nuovo giro di vite bloccando turn over, Tfr, riconoscimento del lavoro usurante e rinnovo contrattuale fino al 2014

I carichi di lavoro. «Abbiamo maturato in media una ventina di giorni di ferie a testa non godute al 2010 – avverte Carlo Filippetto – l’Aou Santa Maria della Misericordia ha 700 amministrativi, un numero esagerato di dirigenti, e solo 1.800 infermieri – prosegue – siamo costretti a saltare il pasto durante i turni per garantire assistenza ai pazienti e per questo perdiamo i buoni mensa». Intanto, i numeri scendono al di sotto dei livelli di guardia, ben oltre gli standard minimi richiesti per garantire il servizio pubblico in caso di sciopero – si arriva a 2 infermieri ogni 30 pazienti, 1 ogni 5 in reparti delicatissimi come le terapie intensive dove il rapporto dovrebbe essere 1 a 2.

L’appello. «Abbiamo voluto incontrare la gente per spiegare le difficoltà quotidiane di una categoria che sta sopperendo da tempo a una politica di tagli – ha puntato il dito il vicesegretario provinciale Afrim Caslli – . Chiediamo alla politica che stia molto attenta a quanto sta accadendo agli infermieri, non possiamo andare avanti così, la manovra ha di fatto bloccato le assunzioni tanto che d’ora in poi su 10 persone che andranno in quiescenza se ne assumeranno solo 2, mentre la scuola ne sforna 80 all’anno, che non riescono a trovare collocazione».

Dal MESSAGGERO VENETO  del 25 ottobre 2011