Al momento stai visualizzando Latisana – Ospedale senza infermieri: «La direzione si dimetta»

Latisana – Ospedale senza infermieri: «La direzione si dimetta»

Articolo tratto da Messaggero Veneto del 30/1/2016

Latisana, lettera al dg Giovanni Pilati dal Nursind che chiede l’intervento dell’assessore. Mancano 55 dipendenti, vengono imposti anche 15 turni di reperibilità al mese

«Caro direttore, per il bene dell’azienda lei e tutto il suo staff dovete dimettervi». L’affondo rivolto a Giovanni Pilati, direttore generale dell’Azienda sanitaria 2 Bassa Friulana–Isontina, arriva dalla direzione del Sindacato delle professioni infermieristiche. La richiesta è stata messa nero su bianco dai vertici del Nursind e sarà recapitata oggi sulla scrivania del direttore. L’iniziativa fa seguito ai numerosi reclami sollevati nei mesi scorsi dal sindacato in relazione alle ormai croniche carenze di personale dei presidi sanitari della Bassa friulana. «Ormai la situazione dell’assistenza infermieristica nell’azienda, tanto a Latisana quanto a Palmanova – tuona il segretario del Nursind Afrim Caslli –, è diventata insostenibile. Nonostante gli sforzi e lo spirito di abnegazione dimostrati da molti operatori che quotidianamente operano in un contesto lavorativo pervaso da gravi disfunzioni organizzative, strutturali, tecnologiche e con macroscopiche carenze di organici, l’azienda Bassa Friulana–Isontino, se non cambia rotta, è drammaticamente destinata al fallimento annuncia il segretario. La politica dei tagli non ha portato un euro di risparmio, ma ha ulteriormente aumentato i disagi».
«Devono essere effettuate altre assunzioni e immediatamente – esorta Caslli –: solo per tappare i buchi, e non sappiamo se basteranno, servono 55 infermieri nella Bassa friulana. Ricordiamo alla direzione che la nostra categoria è composta per di più dalle donne, non si tratta solo di infermiere ma anche di madri che devono accudire i propri figli e spesso anche genitori anziani e ammalati. In realtà sono loro a sacrificarsi per tenere in piedi l’azienda». «In questa situazione allarmante e di fronte a una categoria mortificata e calpestata, gli errori sono dietro l’angolo, con la conseguenza che a pagare sono cittadini e operatori che possono sbagliare per il sovraccarico di lavoro, con i turni massacranti, lo straordinario, reperibilità che arrivano fino a 13 – 15 al mese».
Le criticità riguardano tutte le strutture: dall’area di emergenza alla medicina, comprese le chirurgie, le sale operatorie e la ginecologia.
Recentemente, la direzione e un sindacato confederale, congiuntamente hanno fornito un ritratto rassicurante della situazione aziendale, sostenendo che non vi è alcuna situazione di allarme. «Ma sostenere questo significa non avere minimamente idea di che cosa succede nei reparti, significa che non si è mai ascoltato il personale e le sue problematiche – argomenta Caslli –. All’inizio dell’anno il personale sanitario era sceso sotto la pianta organica di una cinquantina di unità, poi, nel corso dell’anno, come ammesso dalla stessa azienda, sono stati persi 56 dipendenti, un’uscita compensata dalla promessa di assunzione a tempo determinato per 29 infermieri e 12 ostetriche in attesa degli esiti del concorso – conteggia Caslli – ma se la matematica non è un’opinione, stando a queste affermazioni il 2015 chiude con un saldo negativo di 15 unità che si aggiungono ai 50 mancanti, i numeri dunque sono ancora più allarmanti».
«A fronte di queste cifre con quale coraggio si chiede di evitare allarmismi – si interroga il segretario Nursind –? È ora che questa direzione si dimetta e lasci la gestione operativa di un’azienda allo sbando totale a chi è più competente. La gestione per un servizio migliore e adeguato – osserva il segretario del Nursind – deve avere un preciso obiettivo, in primis la tutela del paziente che deve essere il punto centrale, come peraltro citato spesso dalla riforma sanitaria, ma senza un contingente adeguato del personale che lavora in corsia non è possibile».

Infine il Nursind rivolge un appello all’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca e agli organi competenti, chiedendo un intervento tempestivo per porre rimedio alle drammatiche carenze di organico dell’azienda.